Anidride carbonica negli oceani controllata dai droniEsteri News 

Anidride carbonica negli oceani controllata dai droni

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L’Alaska si appresta ad utilizzare droni subacquei per monitorare il livello di anidride carbonica delle sue acque. L’idea è quella di riuscire a raggiungere zone del Golfo dell’Alaska che difficilmente sarebbero esplorabili. Grazie all’utilizzo di questi droni subacquei dotati di appositi sensori, si riesce a rilavare la presenza di questo agente per meglio comprendere i cambiamenti ambientali. Infatti quando la CO2 viene assorbita dall’acqua del mare si attiva una reazione chimica che modifica il ph dell’acqua. Ciò influisce sulla vita di molte specie marine.

Vi abbiamo già raccontato in altri articoli di come i droni marini possano essere spesso utili per attività di controllo e monitoraggio ambientale, leggete anche “Droni sottomarini per monitorare la posidonia in Liguria”.

Droni per studiare l’anidride carbonica

L’idea di utilizzare i droni per il controllo dell’anidride carbonica nelle gelide acque dell’Alaska è dell’Università di Fairbanks. Il drone che svolgerà queste attività si chiama Nanuq, è lungo circa due metri ed è completamente rosa. Si può immergere fino a 1.000 metri e svolgere missioni per intere settimane anche in zone particolarmente remote. Il vantaggio è proprio questo: Nanuq permette di studiare aree sconosciute in totale sicurezza.

Il sensore di anidride carbonica applicato al drone è frutto del lavoro dell’azienda 4H JENA Engineering. Si tratta di uno strumento efficiente e molto preciso ma allo stesso tempo leggero e compatto per non essere di intralcio ai movimenti del drone. L’idea è di poter creare un’intera flotta di droni subacquei in grado di monitorare su larga scala la presenza di CO2 così nociva per l’ambiente.

Il team che si occupa di questo progetto ha dichiarato di voler diffondere altri importanti dettagli sull’integrazione di questi sensori ai droni subacquei. In questo modo sarà più semplice replicare il monitoraggio di anidride carbonica con queste modalità anche in altre zone. L’obiettivo è sensibilizzare a livello mondiale su come l’acidificazione degli oceani possa essere un problema veramente serio per le specie che popolano queste acque.

 

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