Drone ucraino precipita a ZagabriaEsteri News 

Drone ucraino precipita a Zagabria

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Un drone ucraino di tipo militare partito probabilmente da Odessa è precipitato la scorsa notte a Zagabria, in Croazia. La conferma arriva dal primo ministro croato Andrej Plenković il quale ha anche precisato che sono in corso delle indagini per accertare le circostanze dell’accaduto. Sembrerebbe che il velivolo abbia raggiunto lo spazio aereo della Croazia dall’Ungheria, volando da est a ovest ad una velocità di circa 700 chilometri orari e ad un’altezza di circa 1.300 metri.

Pare sempre più evidente, quindi, come i droni stiano acquistando sempre maggior importanza in questo conflitto, ve ne abbiamo già parlato in altri articoli, leggete anche “Droni Bayraktar TB2 utilizzati dall’esercito ucraino” e “Droni militari in volo da Sigonella verso l’Ucraina”.

Il drone ucraino precipitato a Zagabria

Il drone ucraino che è precipitato nella notte a Zagabria dovrebbe essere, secondo le prime indagini, un modello da ricognizione, il Tu-141. Si tratta di un drone prodotto in Russia e utilizzato dall’esercito ucraino. A causa della caduta al suolo, il mezzo ha provocato un cratere di circa tre metri, danneggiando alcune automobili parcheggiate. Fortunatamente, nonostante la zona dell’impatto sia abitata, non si sono registrate vittime o feriti. Il fatto che la caduta non abbia scaturito un incendio fa presupporre che il drone non avesse più carburante a bordo.

Il drone ucraino è rimasto nello spazio aereo croato per circa sette minuti prima di precipitare a Zagabria. Ha invece sorvolato i cieli dell’Ungheria per almeno quaranta minuti. Nel cratere causato dal drone sono stati trovati anche due paracadute.

Visto il clima particolarmente teso di questi giorni legato agli sviluppi della guerra in Ucraina, il drone ucraino precipitato a Zagabria ha destato subito preoccupazioni. Il Ministro della Difesa croato ha comunque dichiarato che, nonostante si tratti di un incidente molto serio, molto probabilmente non si tratta di una minaccia rivolta alla Croazia. Sempre secondo quanto dichiarato, sull’accaduto stanno indagando i funzionari della polizia civile e militare, del ministero della Difesa e della Nato.

 

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