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Carcere di Avellino: un drone con un carico di droga

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Nel carcere di Avellino è stato intercettato un drone con un carico di droga, questa la notizia diramata dal sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria, il SAPPE.

Ennesima situazione già raccontata per altri carceri purtroppo, l’ultimo in ordine cronologico il fatto avvenuto al Carcere di Frosinone, dove si è cercato di introdurre addirittura un arma. Trovate la notizia al seguente link: “Carcere di Frosinone: detenuto spara con arma portata da drone”.

Carcere di Avellino: sequestrato un drone carico di hashish

Questo quanto raccontato dal sindacato del Carcere di Avellino: “Verso le ore 20.00, gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno rinvenuto e sequestrato un drone con il suo carico di ben 500 grammi di sostanza stupefacente del tipo hashish”, continuando poi con “La droga era collegata al drone, del tipo professionale, con un filo lungo circa 40 metri: ciò lascia immaginare quale altezza di volo possono raggiungere simili apparecchi, manovrati anche da lunghe distanze. Non è la prima volta che si rinvengono involucri contenenti droga e telefonini, in diverse zone del carcere di Avellino e negli altri Istituti della Regione Campania. Una vera e propria “manna dal cielo” per i detenuti destinatari che possono condurre i loro illeciti traffici anche con l’esterno. Il compiacimento del SAPPE Campania va al personale del Reparto della C. C. di Avellino. Vengono cosi confermate tutte le ipotesi investigative circa l’ormai conclamato fenomeno di traffico illecito a mezzo droni, fenomeno questo favorito anche dalla libertà di movimento dei detenuti a seguito del regime custodiale aperto e delle criticità operative attuali, in cui opera la Polizia Penitenziaria, con dei livelli minimi di sicurezza, vedasi, ad esempio, l’evento critico di Frosinone, ove ha fatto ingresso in Istituto una pistola, con le stesse modalità”.

Qui di seguito quanto espresso dal segretario generale del SAPPE Donato Capece“I droni, se da un lato hanno grandi possibilità di sviluppo, comportano, però, anche innumerevoli questioni in termini di privacy e di sicurezza, in quanto per la loro natura si prestano ad essere impiegati in diverse attività illecite. Con riferimento alla sicurezza negli Istituti penitenziari, è dal 2015 che abbiamo denunciato l’introduzione illecita di sostanze stupefacenti, e di oggetti comunque non consentiti, all’interno degli Istituti penitenziari, mediante appunto l’utilizzo dei droni.  Non a caso, dicemmo di pensare che cosa sarebbe potuto accadere se un drone fosse riuscito a trasportare esplosivo o armi dentro a un carcere: ora lo sappiamo, purtroppo… Io credo che la Polizia Penitenziaria debba disporre di un Nucleo di poliziotti penitenziari specializzati ed esperti nell’utilizzo e nella gestione dei droni sia in ottica preventiva che dissuasiva dei fenomeni di violazione degli spazi penitenziari o di introduzione di materiale illecito di qualsiasi natura. Per altro i droni si prestano bene alla ricognizione delle aree vicine ad un carcere e possono fornire valido aiuto: pensiamo, ad esempio, in caso di evasione giacché consentono velocemente di rilevare e monitorare ampi spazi senza essere visti. Ovviamente al drone si devono accompagnare strumenti di ultima generazione, ad esempio software in grado di utilizzare i frame dei video mandati alle centrali operative e, soprattutto, una formazione specializzata per il personale”, continuando poi con “L’Amministrazione Penitenziaria non ascolta il SAPPE e gli altri Sindacati e succede quel che è successo ad Avellino ed a Frosinone, solo per citare gli ultimi esempi. Il DAP naviga a vista, come dimostrano proprio i fatti del carcere di Avellino e Frosinone accaduti non solo per l’assenza di provvedimenti utili a fronteggiare il sorvolo di droni sulle carceri ma come conseguenza per avere scelto la soppressione delle sentinelle dalle mura di cinta e lo smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri, preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno, con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili”.

Per ulteriori approfondimenti: “Polizia Penitenziaria contro il volo di droni”.

 

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