Dji No Fly Zone migliorate le mappe per droni
Dji No Fly Zone, migliorate le mappe di tutte quelle aree dove è consentito il volo di droni soltanto con particolari deroghe. La notizia è apparsa sul sito ufficiale di Dji, il colosso cinese produttore di droni commerciali.
“Dji è orgogliosa di guidare ancora una volta il settore nello sviluppo di soluzioni proattive per la sicurezza”, ha dichiarato Brendan Schulman, Vice presidente degli affari legali del costruttore cinese. “Si tratta di un enorme passo in avanti per l’integrazione sicura dei droni nello spazio aereo sulla base di una valutazione più mirata dei rischi associati agli aeromobili che si avvicinano e partono da diversi tipi di aeroporti”.
La versione 2.0 delle Dji No Fly Zone sarà introdotta gradualmente il prossimo mese di novembre 2018, inizialmente negli Stati Uniti, per poi aggiornarsi nel resto del mondo, secondo un calendario non precisato.
Dji No Fly Zone: il nuovo sistema migliorato
Il nuovo sistema di “Geofencing” è in grado di creare delle zone interdette al volo in modo molto più preciso rispetto l’attuale sistema. Le nuove zone sono a forma di “cravatta” come potete notare dall’immagine qui di seguito che riassume in modo grafico il nuovo concetto di “No Fly Zone”. Dunque i classici cerchi presenti sulle attuali mappe verranno presto ottimizzati e sostituiti per permette di utilizzare il drone dove oggi non è possibile. Le nuove mappe riflettono meglio l’effettivo rischio per la sicurezza posto nelle aree sensibili, quali aeroporti per esempio.
Per ottenere informazioni geospaziali affidabili, Dji ha scelto un nuovo fornitore di dati in grado di fornire dettagli estremamente accurati, come le posizioni esatte delle piste aeroportuali e dei confini delle strutture. In Nord America verranno utilizzati i dati di PrecisionHawk.
“Dji è lieta di collaborare con aziende che supportano la nostra visione di cieli sicuri e aperti all’innovazione”, ha affermato Schulman. “Dji è stato pioniere del geofencing per droni, oltre a limiti di altitudine automatici, sensori per evitare collisioni e un quiz di conoscenza obbligatorio sulle regole di volo sicure. PrecisionHawk condivide l’impegno di Dji nel garantire che le tecnologie di sicurezza migliorino la capacità di piloti di droni ricreativi e professionali di volare”.
Le Dji No Fly Zone sono state attivate nel 2013, introducendo così delle limitazioni di volo in tutte quelle aree sensibili, fornendo allo stesso tempo un sistema di auto-sblocco flessibile per i professionisti.
Per sviluppare GEO 2.0, Dji ha collaborato con piloti di aviazione generale attraverso l’AOPA (Aircraft Owners and Pilots Association) e con gli aeroporti attraverso l’American Association of Airport Executives (AAAE) per incorporare le loro competenze e indicazioni sul traffico aereo.
Il geofencing Dji utilizza il GPS e altri segnali satellitari di navigazione per aiutare automaticamente a impedire ai droni di volare vicino a luoghi sensibili. In determinate località, un drone Dji non può decollare o volare in un’area senza autorizzazione speciale. I piloti di droni con un account verificato possono sbloccare alcune aree se hanno motivi legittimi o approvazioni. Il processo di sblocco al volo avviene entro 30 minuti. Per approfondimenti leggete anche: “Sblocco No Fly Zone dalla App Dji Go”.
Dunque una ulteriore miglioramento, che permette un utilizzo più semplice e più vasto a tutti quei piloti professionisti che operano e lavorano secondo normativa.
Per ulteriori informazioni visitate il sito ufficiale Dji cliccando il seguente link: www.dji.com/flysafe.