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Droni Bayraktar TB2 utilizzati dall’esercito ucraino

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Il ministro della difesa ucraino ha annunciato l’arrivo di altri droni Bayraktar TB2 dalla Turchia per contrastare l’esercito russo. Già qualche giorno fa questi velivoli sono stati utilizzati in attacchi contro specifici obiettivi come petroliere per fermare l’invasione russa. Si tratta di droni armati con minuscoli missili a guida laser, simili a Predator costruiti dalla Baykar.

L’aeronautica di Kiev li utilizza inoltre per colpire e distruggere i veicoli militari nemici. In un video diventato virale sui social si nota, infatti, come un lanciamissili terra-aria semovente di classe Buk sia stato agganciato e distrutto da un droni Bayraktar TB2. Per ulteriori approfondimenti leggete anche “Droni militari in volo da Sigonella verso l’Ucraina”.

Come funzionano i droni Bayraktar TB2

I droni Bayraktar TB2 sono aerei a pilotaggio remoto da combattimento. L’azienda turca Baykar Defense produce questi droni e si occupa della loro vendita. Si tratta di velivoli piuttosto piccoli, arrivano a una lunghezza di circa 6,5 metri e un’apertura alare di 12 metri. Sono muniti di una coda a V invertita e possono raggiungere i 220 chilometri orari ad una quota operativa di circa 5.500 metri. Hanno un’autonomia di circa 30 ore e il range di utilizzo è di circa 130 chilometri.

Droni Bayraktar TB2 utilizzati dall’esercito ucraino

Ovviamente i droni Bayraktar TB2 sono comandati da remoto tramite joystick e monitor. E’ possibile montare diverse tipologie di missili e razzi a seconda dell’obiettivo da colpire.

Questi droni hanno un costo relativamente contenuto per la loro categoria, si parla di pochi milioni di dollari ma sono nel contempo in grado di eliminare obiettivi altamente strategici. Proprio per questo aspetto hanno attirato l’attenzione delle forse militari ucraine in questi giorni.

L’Ucraina non è l’unica nazione ad aver acquistato i droni Bayraktar TB2. Altri paesi come Azerbaijan, Libia, Polonia, Marocco, e il Qatar ne hanno acquistati direttamente dalla Turchia. Sono già stati impiegati in altri conflitti oltre a quello ucraino, per esempio in Libia e Siria. Ora quindi anche l’esercito ucraino li utilizza per controbattere le truppe russe.

 

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