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Polizia Penitenziaria senza droni

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Polizia Penitenziaria senza droni, così quanto deciso dal decreto del Ministro dell’Interno 13 giugno 2022, abbiamo già trattato l’argomento diverse volte, per approfondimenti leggete anche “Utilizzo di droni da parte delle Forze dell’Ordine”.

Polizia Penitenziaria senza droni, così ha deciso il Ministero dell’Interno

Gli eventi illegali con. droni sono sempre all’ordine del giorno, specialmente in tutte quelle particolari condizioni attorno a carceri, che vedono appunto l’utilizzo di aeromobili a pilotaggio remoto per scopi illegali, quali introdurre armi da fuoco illegalmente. Tanti i casi anche recenti, a tal proposito leggete “Carcere di Lanciano, droni cercano di introdurre cellulari” e “Carcere di Avellino: un drone con un carico di droga”.

L’utilizzo di droni da parte della Polizia Penitenziaria sarebbe un utile deterrente per controllare dall’alto le zone più sensibili delle strutture penitenziaria, ma a quanto pare il Ministero non la pensa così, “negando” l’utilizzo di droni, sulla vicenda è intervenuto anche Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE che così ha dichiarato in un comunicato stampa:

“Sono deluso e amareggiato per la mancata previsione che anche il Corpo di Polizia Penitenziaria, al pari delle altre Forze di Polizia dello Stato, venga dotato di droni per l’esercizio dei delicati compiti istituzionali. La Polizia Penitenziaria è infatti esclusa dal decreto del Ministro dell’Interno 13 giugno 2022, da poco pubblicato in Gazzetta Ufficiale, che regola appunto le modalità di utilizzo da parte delle Forze di Polizia degli aeromobili a pilotaggio remoto. Ma se si considera che è proprio attraverso i droni che in carcere vengono introdotti droga, telefoni cellulari e persino armi (come accaduto nel carcere di Frosinone, non averli previsti a supporto delle attività operative del Personale della Polizia Penitenziaria mi sembra un errore. Credo e spero si possa porre rimedio, per l’interesse della sicurezza nazionale”.

Proseguendo poi con: “i droni, se da un lato hanno grandi possibilità di sviluppo, comportano, però, anche innumerevoli questioni in termini di privacy e di sicurezza, in quanto per la loro natura si prestano ad essere impiegati in diverse attività illecite (Leggete “Droni e Sicurezza Penitenziaria”). Con riferimento alla sicurezza negli Istituti penitenziari, è dal 2015 che abbiamo denunciato l’introduzione illecita di sostanze stupefacenti, e di oggetti comunque non consentiti, all’interno degli Istituti penitenziari, mediante appunto l’utilizzo dei droni.  Pensiamo cosa potrebbe accadere se un drone riuscisse a trasportare esplosivo o armi, come è già successo peraltro, dentro a un carcere… Io credo che la Polizia Penitenziaria debba disporre di un Nucleo di poliziotti penitenziari specializzati ed esperti nell’utilizzo e nella gestione dei droni sia in ottica preventiva che dissuasiva dei fenomeni di violazione degli spazi penitenziari o di introduzione di materiale illecito di qualsiasi natura. Per altro i droni si prestano bene alla ricognizione delle aree vicine ad un carcere e possono fornire valido aiuto: pensiamo, ad esempio, in caso di evasione giacché consentono velocemente di rilevare e monitorare ampi spazi senza essere visti. Ovviamente al drone si devono accompagnare strumenti di ultima generazione, ad esempio software in grado di utilizzare i frame dei video mandati alle centrali operative e, soprattutto, una formazione specializzata per il personale”.

Insomma una situazione davvero surreale, pensiamo anche noi che il Ministero dell’Interno debba rivalutare più attentamente questa decisione…. Per ulteriori approfondimenti: “Istituti Penitenziari e utilizzo di droni”.

 

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