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Sito archeologico Pompei: il ruolo dei droni

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Ultimamente i droni stanno rivestendo un ruolo sempre più importante per la tutela del sito archeologico di Pompei.

La loro tecnologia, infatti, può essere di grade aiuto per preservare questo luogo storico così fragile. Di recente dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco, questo favoloso sito italiano deve da sempre combattere con i cambiamenti climatici. Si tratta infatti di una sorta di museo a cielo aperto con edifici, strade, piazze, un anfiteatro e altre costruzioni che necessitano di cure.

Il direttore Gabriel Zuchtriegel ha perciò intrapreso tutta una serie di iniziative, tra le quali l’impiego dei droni per ispezionare lo stato di conservazione delle strutture.

Vi abbiamo già parlato in altri articoli di come il sito archeologico di Pompei si sia già avvalso dell’impiego dei droni, leggete anche “Scavi di Pompei: monitoraggio con droni”.

Droni per tutelare il sito archeologico di Pompei

Il progetto di Gabriel Zuchtriegel per la tutela del sito archeologico di Pompei prevede la collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Salerno. Gli studenti e il professor Luigi Petti hanno infatti ideato un sistema di monitoraggio basato sull’impiego dei droni.

Questi mezzi volano sul sito, acquisendo dati e immagini che arriveranno direttamente al centro universitario. Qui le informazioni saranno elaborate da appositi programmi che permettono di rilevare la presenza di situazioni di fragilità. In questo modo, oltre a creare una sorta di database sullo stato di conservazione delle strutture archeologiche e degli apparati decorativi, si possono anche pianificare eventuali interventi di manutenzione.

Oltre all’impiego dei droni, il nuovo progetto per la tutela del sito archeologico di Pompei mira a creare un modello di archeologia più sostenibile. Per esempio, grazie ad un’azienda italiana, sono stati creati pannelli solari simili ai coppi utilizzati per i tetti degli edifici. Per approfondimenti ulteriori: “Droni in Archeologia: libro di Antonio Pecci”.

Si può quindi ottenere energia pulita per il fabbisogno del parco senza avere un impatto negativo a livello estetico. Ancora, si è deciso di avvalersi di 150 pecore per gestire la crescita dell’erba nei prati del parco archeologico. Infine, alcune zone anticamente coltivate dai romani, saranno nuovamente adibite a piccole produzioni agricole grazie alla collaborazione con un’azienda agricola del luogo e all’intervento di ragazzi interessati.

Insomma, una visione più green e tecnologia a tutela del sito archeologico di Pompei e delle sue meraviglie che affascinano turisti provenienti da tutto il mondo ormai da tempo.

 

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