Aeroporto di Padova testa droni per il trasporto di medicinaliNews 

Aeroporto di Padova testa droni per il trasporto di medicinali

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Al via presso l’aeroporto di Padova la sperimentazione per l’utilizzo di droni a idrogeno per il trasporto di medicinali. Si tratta di un progetto di alto livello definito Sandbox, cioè ambiente di prova. E’ un programma completamente autosufficiente e sostenibile in quanto la produzione di idrogeno verde avviene sfruttando l’energia prodotta da appositi pannelli solari. Il combustive verrà stoccato in loco e sempre in loco avverrà anche l’erogazione ai droni. L’iniziativa è stata presentata a Venezia durante un incontro tra Regione Veneto, Enac e Save per discutere sulla mobilità aerea avanzata. Nello specifico l’attività sperimentale si rivolgerà alla possibilità di utilizzare questi droni per il trasporto di merce medica. Ecco quindi il motivo della scelta dello scalo padovano in quanto punto significativo all’interno di una delle città venete con maggior rilevanza a livello medico per i suoi centri di cura.

La sperimentazione che avrà luogo all’aeroporto di Padova è un ulteriore esempio di come il ruolo dei droni come strumenti di trasporto di merce medica sia sempre più riconosciuto. Vi abbiamo parlato di altri progetti a riguardo, leggete per esempio “Isole Eolie: trasporto medicinali con droni autorizzato da Enac”.

L’aeroporto di Padova è sede di un importante progetto

Il progetto Sandbox dell’aeroporto di Padova avrà quindi risvolti sicuramente positivi sulla mobilità aerea avanzata, soprattutto in campo medico. L’obiettivo è quello di testare l’efficienza dei droni in attività di trasporto che riguardano in particolare beni legati alla salute. Proprio questo settore, infatti, potrebbe giovarsi dalla riduzione dei tempi necessari per il trasporto di questi prodotti. In particolare i droni a idrogeno oggetto della sperimentazione hanno una capacità di carico di circa 5 chilogrammi. Inoltre impiegano solo due minuti per il rifornimento. Sono in grado di percorrere fino a 100 chilometri consumando per il volo a pieno carico solo 340 grammi di idrogeno verde a una velocità massima di 55km/h. Si tratta quindi di velivoli  a bassissimo impatto ambientale e dall’efficienza evidente. E’ chiaro quanto questi vantaggi possano essere sfruttati nel settore sanitario dove un rapido intervento può davvero fare la differenza.

La sperimentazione all’aeroporto di Padova avrà una durata di 18 mesi e sarà suddivisa in quattro fasi. La prima si concentrerà soprattutto sulle analisi relative al sistema di produzione, stoccaggio ed erogazione di idrogeno verde prodotto dai pannelli fotovoltaici. La seconda fase analizzerà la relazione tra la produzione di idrogeno e la sua applicazione ai droni. Nella terza fase, invece, avverranno fisicamente i voli del drone nell’area aeroportuale. Infine la quarta ed ultima fase prevede le prove in volo del drone al di fuori dell’area aeroportuale in BVLOS. Tappe fondamentali per capire come gestire questo tipo di attività gradatamente, anche in relazione alle normative attuali che dovranno presumibilmente essere ridimensionate di conseguenza. Il fatto che i droni possano essere uno strumento funzionale per collegare ospedali o pazienti potrebbe essere una vera e propria rivoluzione a vantaggio della salute pubblica.

 

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