Carcere di Secondigliano: droga e cellulari arrivano col drone
Ennesimo caso di droga e cellulari recapitati tramite l’utilizzo di droni, questa volta nel carcere di Secondigliano a Napoli. Le indagini hanno permesso di arrivare all’arresto di dodici persone accusate di aver contribuito a queste attività illecite. Pare addirittura che i carichi e le spedizioni fossero gestiti tramite un cellulare utilizzato da un detenuto del reparto Alta Sicurezza del penitenziario napoletano. Ma non è tutto, sempre grazie ai cellulari recapitati tramite i droni alcuni detenuti riuscivano anche a fare acquisti online su una nota piattaforma. Un sistema ben organizzato che si avvaleva della tecnologia dei droni per avvicinare i detenuti in modo discreto recapitando loro oggetti non consentiti e droga. Una questione sempre più spesso denunciata dalla Polizia Penitenziaria di diverse case circondariali.
Il caso del carcere di Secondigliano nel quale il drone fa da corriere per merci e droga non è certo il primo del suo genere. Vi abbiamo raccontato di altri episodi simili non solo in Italia, leggete anche “Carcere di Benevento: la polizia intercetta drone”.
Drone per consegne illecite nel carcere di Secondigliano
Una vera e propria rete di collaborazioni ha permesso di introdurre nel carcere di Secondigliano droga e cellulari attraverso l’impiego di droni. I velivoli si occupavano fisicamente del trasporto del materiale, ma un gruppo di almeno dodici persone gestivano il sistema. Grazie a cellulari intestati spesso ad extracomunitari erano i detenuti stessi ad effettuare ordini online di materiale e pianificare le varie spedizioni ovviamente supportati da persone esterne al penitenziario. Una rete scoperta grazie alle indagini della Squadra Mobile di Napoli che ha portato all’arresto di dodici persone.
Quanto avvenuto al carcere di Secondigliano sta purtroppo diventando una prassi comune in molti altri penitenziari. I droni risultano essere particolarmente discreti e difficili da identificare. Sono quindi lo strumento ideale per introdurre merce in queste strutture, nonostante i rigidi divieti. La Polizia Penitenziaria ha denunciato in diverse occasioni il dilagare di questo fenomeno sottolineando come si vada a sommare alle difficoltà già presenti in molte case circondariali. Le principali sono legate al sovraffollamento e al contemporaneo ridotto numero di poliziotti in servizio.