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Cinghiali: droni militari per controllarli contro la peste suina

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I droni militari scendono in campo per monitorare la presenza di cinghiali vista la diffusione della peste suina nel nostro paese. L’iniziativa è partita in alcune zone del cremonese lungo il passaggio del fiume Po.

Il drone in questione è il famoso modello Predator One che ha operato dalle 21 dell’11 Luglio alle 6 del 12 Luglio. Il Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana e il Gruppo Operativo Territoriale di Regione Lombardia hanno fortemente voluto questo progetto proprio per andare a monitorare la presenza di questi animali potenzialmente portatori di questa malattia. Il Reparto Operazioni del Comando Operazioni Aerospaziali del Ministero della Difesa ha collaborato allo svolgimento di tutte le attività.

Insomma, un team non indifferente per andare a controllare la presenza di cinghiali in questa area, considerando appunto la questione sanitaria legata al diffondersi della peste suina africana. Vi abbiamo già parlato in precedenti articoli di attività similari sempre svolte con droni, leggete anche “Peste suina: la Lombardia punta sui droni”.

Droni militari a caccia di cinghiali

Il drone Predator One ha quindi l’obiettivo specifico di individuare la presenza di cinghiali potenzialmente malati nell’area di interesse. Nello specifico le attività di sorvolo sono avvenute tra i comuni di Torricella del Pizzo, Gussola e Martignana di Po.

Ovviamente per garantire la sicurezza le operazioni hanno avuto luogo in un arco temporale notturno con la diramazione del divieto allo svolgimento di altre attività che avrebbero potuto interferire con i controlli in corso. Il drone ha permesso l’avvistamento di molti esemplari e tre sono stati anche catturati.

Per la prima volta in queste zone il controllo sulla presenza di cinghiali è dunque avvenuto tramite un drone militare. I voli del drone hanno permesso di controllare la situazione dall’alto e segnalare quindi ipotetici animali infetti. Una squadra di addetti era invece presente a terra per intervenire nel luogo indicato in modo da poter intervenire per l’abbattimento.

Considerando che il drone utilizzato era il Predator One, quindi un velivolo militare, è stato anche necessario il coinvolgimento del Comando operazioni aerospaziali dell’Aeronautica Militare di Poggio Renatico in provincia di Ferrara.

 

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