Peste suina: la Lombardia punta sui droni
Dopo il primo caso di peste suina africana in Lombardia, la regione corre ai ripari con un piano che prevede anche l’impiego dei droni.
Infatti la carcassa di un cinghiale ritrovata in provincia di Pavia è risultata positiva alla malattia. Immediato l’incontro tra l’assessore all’Agricoltura Alessandro Beduschi e il Commissario di Governo per l’emergenza, Vincenzo Caputo.
Da settimane infatti questa pericolosa malattia, che non può comunque essere trasmessa all’uomo, circolava tra le province di Alessandria e Pavia. Il rischio principale, ovviamente è quello di mettere in difficoltà interi allevamenti di suini. Occorre quindi intervenire prontamente per limitare la diffusione del virus. Il piano di intervento prevede anche l’utilizzo dei droni per monitorare la situazione.
Come nel caso della peste suina, vi abbiamo raccontato in altri articoli dell’utilizzo dei droni per monitorare la diffusione di situazioni critiche riguardanti flora e fauna, leggete anche “Droni contro le zanzare in Emilia Romagna”.
Droni contro la peste suina africana
La Regione Lombardia ha quindi deciso di investire nella tecnologia per cercare di monitorare la diffusione del virus della peste suina africana. Il ruolo principale dei velivoli sarà quello di controllare gli spostamenti e le attività dei cinghiali tra la vegetazione.
Potranno anche essere particolarmente utili per evidenziare la presenza di carcasse di esemplari deceduti che saranno poi analizzate alla ricerca della presenza del virus. In questo modo si tenterà di arginare la circolazione della malattia per evitare che si insidi negli allevamenti della Pianura Padana. In contempo saranno messe in atto anche attività di biosicurezza e protezione degli allevamenti.
La peste suina africana non può essere trasmessa all’uomo, ma il rischio della sua diffusione è proprio quello di mettere in ginocchio un intero comparto produttivo particolarmente attivo nelle province di Cremona, Brescia e Mantova. Grazie all’impiego dei droni sarà possibile individuare con maggior precisione eventuali esemplari infetti.
In questo modo si potrà intervenire in modo mirato per evitare che questi stessi animali possano infettarne altri creando una vera e propria catena. Ancora una volta, quindi, i droni danno il loro contributo per situazioni potenzialmente pericolose. Per ulteriori approfondimenti: “Malattie degli alberi: un aiuto dai droni”.