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Defibrillatore semiautomatico trasportato dal drone

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Un drone del 118 ha trasportato un defibrillatore semiautomatico in soccorso ad una vittima di arresto cardiaco.

Si tratta di un primo test tenutosi nella città di Taranto allo scopo di dimostrare come questo tipo di interventi possa essere fondamentale per salvare vite umane. Il progetto Seuam (Sanitary Emergency Urban Air Mobility) è stato fortemente voluto dal Sis118 e la simulazione si è svolta nel molo di Sant’Eligio.

Il drone si è occupato di recapitare questo importante strumento sanitario direttamente sul luogo in cui si trovava la vittima. Un volontario ha poi seguito le indicazioni della Centrale operativa per dare soccorso al malcapitato.

L’idea di avvalersi dei droni per trasportare strumenti come il defibrillatore semiautomatico sta prendendo sempre più piede. Il drone risulta infatti fondamentale per ridurre drasticamente i tempi di intervento. Ve ne abbiamo parlato in altri articoli, leggete anche “Attacchi cardiaci: la Svezia si fida dei droni”.

Il drone porta il defibrillatore semiautomatico in tempi record

Sis118 ha presentato a Roma il suo progetto di trasporto del defibrillatore semiautomatico con drone già nel 2021. Diversi sono i partner che collaborano al progetto: Caltec, consorzio aerospaziale campano, Comune di Taranto, università Campus Biomedico di Roma, Libera Università Mediterranea ‘Giuseppe Degennaro’ di Casamassima (Bari), Politecnico di Milano, Federconsumatori nazionale, Coni Comitato regionale della Campania, Federsanità Anci Campania.

Insomma, un team di esperti in diversi settori riuniti in un unico obiettivo: riuscire a ridurre in modo significativo i tempi di intervento in caso di arresto cardiaco. Ovviamente, infatti, è proprio la rapidità dei soccorsi a poter fare la differenza e ridurre i casi di morte.

Il test realizzato a Taranto ha mostrato come, grazie alle istruzioni della Centrale operativa, chiunque possa di fatto utilizzare il defibrillatore semiautomatico trasportato dal drone per le prime azioni di soccorso. Una volta che lo strumento giunge a destinazione, infatti, è fondamentale che le prime operazioni siano messe in atto in tempi ridottissimi.

Nel frattempo, ovviamente, i soccorritori hanno modo di organizzare lo spostamento dei mezzi necessari per le successive fasi di intervento.  Tra l’altro i droni possono anche essere utilizzati per trasportare altri materiali sanitari indispensabili come sangue, medicinali urgenti o emoderivati. Il tutto, ovviamente, sempre con l’obiettivo di salvare tempestivamente vite umane. La seconda sperimentazione del progetto avverrà ad Altomonte il 17 Marzo.

 

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