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Deterrente per piccioni tecnologico: il drone

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A Vicenza fino a maggio si sperimenterà l’utilizzo dei droni come deterrente per piccioni in molte zone della città.

L’idea è di avvalersi di questi strumenti per allontanare questi fastidiosi volatili che invadono spesso piazze, edifici e monumenti della città veneta. In particolare i droni in volo riprodurranno il verso dei falchi, spaventando questi uccelli e costringendoli alla fuga.

In più, una volta individuate le zone in cui sono soliti appoggiarsi, i droni si occuperanno della diffusione di sostanze a base di oli vegetali sgradite al piccione. Grazie a queste attività combinate si spera di riuscire a risolvere il problema della fastidiosa presenza di questi uccelli.

Vi abbiamo già parlato in altri articoli di come i droni possano essere una sorta di deterrente per piccioni e altri uccelli nelle zone aeroportuali. Leggete anche “Aeroporto di Bruxelles: droni per stanare gli uccelli”.

Droni come deterrente per piccioni

Il progetto di Vicenza di utilizzare i droni come deterrenti per piccioni è uno dei primi di questo genere in città italiane. La sperimentazione non si limiterà solo alle zone del centro storico e quindi ai relativi monumenti, ma si allargherà ad altri quartieri della città. L’aspetto positivo di questa idea è che i droni agiscono senza arrecare danni al piccione.

Da un lato, infatti, il rumore che evoca il verso del falco non va che indurre gli animali a volar via. Dall’altro, le sostanze irrorate su tetti e altre superfici su cui si posano questi uccelli sono altamente tollerate dal piccione, ma decisamente sgradite. Insomma, nessuna violenza su questi uccelli, semplicemente un modo intelligente per allontanarli.

Nel momento in cui la fase sperimentale dell’utilizzo dei droni come deterrente per piccioni dovesse dare i risultati sperati, il servizio verrà messo a regime dal comune di Vicenza. In questo modo si riuscirebbe anche ad ottenere un risparmio considerevole rispetto all’utilizzo dei servizi con falchi che ha un costo di circa 40.000 euro all’anno. Un metodo quindi decisamente più economico, ma anche ecologico e sicuro per i piccioni stessi.

 

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