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Dogana americana blocca i droni DJI

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La dogana americana ha bloccato l’ingresso di diversi droni DJI tra i quali numerosi velivoli Air 3S di recente produzione. L’azione doganale non è collegata alle restrizioni legislative statunitensi sull’impiego dei droni del colosso cinese.

A quanto pare, invece, la questione è legata allo sfruttamento di forza lavoro. Nello specifico le autorità americane sospettano che la produzione di questi droni si sia basata sullo sfruttamento di lavoratori Uiguri cinesi. La Customs and Border Protection e il Dipartimento per la sicurezza interna hanno infatti ritenuto che i droni in questione fossero prodotti nella regione cinese dello Xinjiang.

Questi luoghi sono appunto tristemente conosciuti per le persecuzioni del governo cinese nei confronti di questa minoranza di religione musulmana.

Il blocco della dogana americana all’ingresso dei droni DJI rievoca le disposizioni del governo degli Stati Uniti circa il divieto di utilizzo di droni del produttore cinese nel suo territorio. Ve ne abbiamo parlato in altri precedenti articoli, leggete anche “DJI inserita nella lista nera dal ministero della difesa americano”.

Droni DJI bloccati dalla dogana americana

DJI ha prontamente smentito l’accusa della dogana americana circa lo sfruttamento di lavoratori Uiguri nella realizzazione dei suoi droni. Il colosso cinese ha infatti immediatamente chiarito che gli stabilimenti che si occupano della produzione dei suoi droni si trovano a Shenzhen e in Malesia.

Nessun contatto quindi con al regione dello Xinjiang né con la popolazione Uiguri. L’azienda dichiara anche di essere in possesso di tutta una serie di prove e documentazioni che attestano la sua estraneità ai fatti. Certo un problema non da poco per DJI proprio ora che si apprestava a introdurre nel mercato americano il nuovo arrivato DJI Air 3S.

La dogana americana ha esplicitamente indicato come causa del blocco imposto ai prodotti DJI l’Uyghur Forced Labor Prevention Act.

Sebbene DJI sia certa di poter dimostrare la sua innocenza, il clima di tensione che si va creando è sempre maggiore. Da tempo infatti ormai il Governo americano ha intrapreso una sorta di politica anti Cina che, tra l’altro, ha ottenuto il consenso di entrambi i partiti politici.

Vedremo quindi come la situazione si evolverà anche in virtù della risposta dei consumatori americani che da sempre apprezzano i prodotti del colosso cinese.

 

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