Il drone del Politecnico di TorinoEsteri Eventi News 

Il drone del Politecnico di Torino

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Il drone del Politecnico di Torino si chiama Anubi, ecco quanto progettato e costruito da un gruppo di ben 31 studenti fondato nel 2015.

Il team di studenti è stato denominato “Icarus”, acronimo di Innovation Center for Amateur Rocketry and Unmanned Ships. Il team Icarus è coordinato dal professore Paolo Maggiore, il quale ha permesso nel corso di questo biennio un approccio pratico alla progettazione specifica aeronautica e spaziale.

Pochi giorni fa, più precisamente dal 7 all’11 agosto 2017, il team Icarus è stato impegnato all’Air Cargo Challenge di Zagabria, in Croazia.

La manifestazione, con cadenza biennale, ha come obiettivo quello di coinvolgere studenti universitari di tutto il mondo nel realizzare un aeromodello da competizione con particolari prestazioni previste da un bando specifico rilasciato dall’organizzazione dell’evento, in grado anche di trasportare il maggior peso possibile.

Il drone del Politecnico di Torino

Nell’edizione 2017 dell’Air Cargo Challenge ha partecipato anche il drone del Politecnico di Torino, denominato Anubi, un drone con una apertura alare di quattro metri, progettato mediante l’utilizzo di analisi strutturali e aerodinamiche al calcolatore.

I materiali utilizzati per la costruzione del drone Anubi sono per lo più compositi leggeri con diversa componentistica realizzata mediante l’utilizzo di stampanti 3D professionali.

Di tutto rispetto i risultati finali della competizione, il drone del Politecnico di Torino si è infatti posizionato al nono posto su un totale di 36 gruppi partecipanti da diverse parti del mondo. Leggete anche il seguente articolo che vede coinvolto sempre il Politecnico di Torino: “Drone anti zanzare PBKopter”.

Anubi è stato anche il secondo modello più veloce in assoluto di tutta la competizione!

Molta soddisfazione da parte del gruppo Icarus che commenta così il risultato ottenuto a Zagabria: “La partecipazione al lavoro del team è un’esperienza unica. Mettere alla  prova le nostre conoscenze, applicandole ad un problema concreto, significa avere a disposizione una “palestra” che ci permetterà di entrare più preparati nel mondo del lavoro. Per essere più competitivi possibile abbiamo spinto al massimo le nostre conoscenze, utilizzando tecniche di progettazione di alto livello, come analisi strutturali e aerodinamiche al calcolatore, e tecniche di produzione innovative facendo largo uso di materiali compositi e stampa 3D”.

Per maggiori informazioni vi rimandiamo al sito ufficiale dell’Air Cargo Challenge 2017.

Una iniziativa analoga di qualche mese fa, riguarda invece l’Università di Catania, per maggiori informazioni vi consigliamo la lettura del seguente articolo: “Il drone dell’Università di Catania ad Abu Dhabi”.

 

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