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Penitenziari pugliesi: stretta contro i droni carichi di droga

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Stretta della polizia contro i droni che si avvicinano illegalmente ai penitenziari pugliesi per consegnare droga e cellulari. In particolare gli istituti di pena di Foggia, Taranto e Trani sono stati protagonisti di alcune operazioni proprio contro questo fenomeno ormai diffuso. La Polizia Penitenziaria si è infatti avvalsa di appositi strumenti per intercettare ed abbattere dei velivoli che sono risultati poi carichi di droga e altri oggetti. La merce avrebbe dovuto raggiungere alcuni detenuti delle carceri in questione, incrementando i traffici illeciti di cui sono ancora protagonisti. Il Sappe, Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria, ha sottolineato come le operazioni di contrasto alla presenza di droni siano particolarmente importanti per mantenere alto il livello di sicurezza delle carceri.

L’utilizzo dei droni per recapitare merci e droga in carcere non riguarda solo i tre penitenziari pugliesi di cui parliamo. Si sono infatti verificati altri casi anche al di fuori dell’Italia come vi abbiamo raccontato di precedenti articoli, leggete anche “Droni in carcere: succede anche in Irlanda”.

Sicurezza dei penitenziari pugliesi contro i droni illegali

Federico Pilagatti, segretario nazionale del Sappe, ha raccontato quanto accaduto nei tre penitenziari pugliesi sottolineandone l’importanza. In particolare nella struttura di Foggia l’utilizzo dei fucili Jammer ha permesso di intercettare ad abbattere un drone. Questi strumenti, recentemente consegnati alla Polizia Penitenziaria, permettono di disturbare le frequenze di controllo del drone provocandone l’immediato abbattimento. Nel caso specifico si è poi verificato che il drone trasportava cellulari, sostanze stupefacenti, bilancini di precisione e schede SIM. Stessa cosa si è verificata per ben due volte nel giro di quarantotto ore a Trani. Invece a Taranto un pacco contenente droga è stato trovato all’interno delle mura del carcere, probabilmente sganciato da un drone sfuggito alla sorveglianza. Sicuramente, dunque, l’utilizzo dei fucili Jammer può fare realmente la differenza nella gestione di questo fenomeno che riguarda molte carceri italiane.

L’attività di contrasto alla presenza di droni che recapitano merce ai penitenziari dovrà presumibilmente acquistare sempre più importanza. Per questo motivo il sindacato della Polizia Penitenziaria chiede da tempo un potenziamento delle misure di sicurezza che possano agire contro questo fenomeno. Oltre a reti protettive alle finestre e nelle aree all’aperto il Sappe richiede principalmente nuovi strumenti tecnologici. In particolare apparecchiature elettroniche per bloccare le comunicazioni non autorizzate e strumenti anti-drone. Ovviamente quanto avvenuto in Puglia è l’esempio di ciò che potrebbe avvenire anche in altre parti d’Italia per contrastare questo fenomeno che ormai ha preso largamente piede. Il problema principale è che la merce introdotta illegalmente spesso va a incrementare il potere dei capi detenuti generando poi una spirale di illegalità sempre maggiore.

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