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Porto di Genova: ispezioni con drone subacqueo

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Un drone subacqueo ha effettuato ispezioni e controlli per valutare l’impatto ambientale della nuova diga Foranea del Porto di Genova. Le operazioni hanno avuto luogo dal 28 gennaio al 10 febbraio scorso con l’intento di rilevare l’eventuale presenza di biocenosi di pregio. Il drone subacqueo ha monitorato un’area di circa 70 ettari individuata come possibile luogo di interventi. L’utilizzo di questo tipo di attrezzature è particolarmente utile per monitorare l’ambiente marino con precisione ed accuratezza.

Le attività di controllo e monitoraggio dell’ambiente marino con droni subacquei sono sempre più diffuse. Ve ne abbiamo già parlato in altri articoli, leggete anche “Drone Subacqueo Saipem Hydrone-R” e “Drone subacqueo che salva una tartaruga”.

Drone subacqueo al porto di Genova

Le ispezioni con il drone subacqueo realizzate al porto di Genova hanno permesso di analizzare con accuratezza la struttura del fondale. Secondo le immagini e i dati raccolti, sul fondale perlustrato non si rilevano associazioni animali o vegetali di pregio che potrebbero compromettere la realizzazione della diga. Lo scopo delle indagini, infatti, era proprio quello di rilevare se e come la diga avrebbe potuto interferire con l’esistenza di specie marine particolari.

L’impiego dei droni subacquei è decisamente utile per questo tipo di attività di controllo. Si tratta infatti di strumenti autonomi pilotabili perfettamente da remoto. Attraverso il monitor è possibile controllare e registrare in tempo reale le immagini raccolte dal drone, verificando profondità e rotta. Il drone utilizzato al porto di Genova è in grado di operare anche con scarsa luminosità. In più grazie all’impiego di laser e aste metrate è possibile quantificare la dimensione degli organismi visionati.

Le analisi effettuate con i droni subacquei sono quindi efficienti e più semplici da realizzare. Permettono poi di ottenere dati che aiutano a comprendere la struttura dei fondali marini e della flora e fauna che li abitano. Questi dati sono fondamentali anche per capire dove l’intervento dell’uomo con le suo infrastrutture potrebbe essere maggiormente lesivo dell’ambiente stesso.

 

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