Remote ID per droni posticipato negli USA
Negli USA è stato annunciato il posticipo al 16 marzo 2024 dell’entrata in vigore obbligatoria del remote ID per droni.
La decisione della Federal Aviation Administration arriva in risposta alle molte difficoltà dei piloti di adeguarsi in tempi brevi a questa disposizione. Di fatto si tratta quindi di uno slittamento di qualche mese, sei per la precisione, rispetto all’iniziale indicazione.
La FAA ha quindi anche riconosciuto gli oggettivi problemi di adeguamento per alcune tipologie di drone che non ne sono equipaggiati dal produttore. Anche utilizzare un modulo esterno collegato al drone non è sempre semplice.
Vi abbiamo già raccontato in altri articoli di quanto la burocrazia possa essere complicata come nel caso del remote ID per droni, leggete anche “App per identificare i droni in volo”.
Nuovo termine per l’obbligo di remote ID per droni
Il riferimento al remote ID per droni, il produttore cinese DJI ha classificato come conformi alla normativa di riferimento tutti i suoi modelli. Stessa cosa per i produttori Autel e Skydio, spesso presenti sul mercato americano. Al momento rimangono invece in sospeso le conformità dei modelli DJI Mavic Air 2, Mavic 2 Zoom e Mavic Pro, droni ormai fuori produzione ma che molti piloti utilizzano ancora.
Lo slittamento dell’entrata in vigore dell’obbligo di questo dispositivo può essere quindi di grande aiuto proprio per coloro che possiedono droni non attualissimi. In questo modo possono sperare di ottenere un aggiornamento in questo senso da parte del produttore.
La questione del remote ID per droni è particolarmente spinosa per molti piloti. In particolare poi, il fatto che questo dispositivo non sia presente sui droni meno attuali si ripercuote anche spesso nel settore delle forze dell’ordine e della pubblica sicurezza. Spesso infatti questi enti non procedono ad un aggiornamento del parco droni con assiduità e i mezzi possono non essere di ultimissima generazione.
Stesso discorso per quei professionisti che solo saltuariamente utilizzano il drone e non investono continuamente in modelli appena usciti. Vedremo come la questione sarà affrontata anche a livello europeo e italiano nei prossimi mesi.