Studi sui delfini: l’importante ruolo dei droni
I droni arrivano in aiuto dei ricercatori che si occupano degli studi sui delfini contribuendo a raccogliere importanti campioni biologici.
L’idea è quella di utilizzare i droni per raggiungere lo spruzzo d’acqua che fuoriesce dallo sfiatatoio sul dorso di questi animali in modo da poterlo analizzare alla ricerca di importanti informazioni. Si tratta del sistema Snotbot che prevede l’utilizzo di un quadrirotore per avvicinare l’animale.
Questo sistema ha dato ottimi risultati applicato alle analisi sulle balene. Infatti questi animali producono uno spruzzo decisamente importante che permette al drone di arrivare a raccogliere i campioni senza avvicinarsi troppo alla balena.
Nel caso dei delfini, invece, lo spruzzo è decisamente meno potente e, in più, questi animali sono molto più sensibili ai rumori. Ecco quindi l’esigenza di migliorare il progetto basato sui droni.
Il fatto che i droni siano stati scelti come strumenti a supporto degli studi sui delfini non stupisce. Vi abbiamo infatti raccontato in altri articoli di come questi velivoli siano sempre più spesso utili in attività di ricerca sul mondo animale, leggete anche “Maltrattamenti animali: i droni salvano un cane”.
Il supporto dei droni per gli studi sui delfini
Rispetto quindi ai classici droni quadricottero utilizzati per le attività di ricerca su balene e cetacei di grandi dimensioni, nel caso dei delfini occorre intervenire con delle migliorie. Infatti questi animali hanno una sensibilità ai rumori decisamente maggiore e il suono causato dai motori dei droni potrebbe quindi spaventarli.
In più lo spostamento d’aria causato delle eliche potrebbe incidere sulla possibilità di raccolta degli spruzzi. Ecco quindi che il team di ricercatori di Texas e Oklahoma ha pensato di utilizzare un drone ad ala fissa. Si tratta infatti di un modello più silenzioso e in grado di raggiungere i delfini anche in alto mare. Il drone può essere lanciato a mano da una barca in mare e guidato poi verso l’obiettivo. Con una rete gli operatori lo riportano poi a bordo.
Il progetto che prevede l’utilizzo dei droni a supporto degli studi sui delfini è stato denominato PHASM, ovvero Passive Health Assessment for Sea Mammals.
Il drone ad ala fissa presenta anche un apposito sifone che si apre a fiore per raccogliere i liquidi dello spruzzo. Occorrerà quindi poi analizzare questi campioni alla ricerca di informazioni preziose utili a meglio conoscere le caratteristiche dei delfini. I primi voli si rivolgeranno verso una particolare popolazione di delfini nella baia di Galveston entro dicembre o inizio gennaio. Si parla nello specifico di circa 160 esemplari piuttosto stanziali.
L’occasione è perfetta per capire come questa novità dei droni ad ala fissa possa essere effettivamente efficiente per i ricercatori. Un progetto importante e innovativo per entrare nella vita di questi animali.