Civiltà Maya: nuove scoperte grazie ai droniEsteri News 

Civiltà Maya: nuove scoperte grazie ai droni

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I droni hanno permesso di individuare nuovi reperti sulla civiltà dei Maya nascosti nella foresta del Guatemala. La giungla di questo territorio ha infatti nascosto dagli occhi dei ricercatori diversi tesori preziosi legati a questa affascinante popolazione. Il progetto nasce dal lavoro del ricercatore Kyle Miller che si è avvalso dei droni DJI abbinati alla tecnologia LiDAR DJI L2.

Grazie a questi strumenti è stato possibile mappare nel dettaglio intere aree completamente ricoperte da una vegetazione decisamente folta e ricca che si è sviluppata nel corso del tempo. I ricercatori hanno potuto così individuare ben 61.000 nuove strutture dei Maya nascoste dalla vegetazione.

Come per le nuove scoperte legate alla civiltà Maya, anche in altri casi i droni sono impiegati per importati attività legate all’archeologia. Ve ne abbiamo parlato in altri articoli, leggete anche “Restauri a Firenze: un aiuto dai droni”.

Droni e ritrovamenti della civiltà Maya

I ritrovamenti relativi alla civiltà Maya individuati grazie ai droni e al LiDAR L2 rappresentano un tassello importante nello studio di questa popolazione del passato. Pare infatti che le strutture rinvenute indichino come la popolazione fosse ben più numerosa di quanto finora ipotizzato.

Si è quindi arrivati a sostenere che questo popolo abbia avuto un forte spirito di adattamento al clima tropicale e che avesse ideato un sistema di strade rialzate particolarmente efficiente. Allo stesso tempo si è potuta osservare la loro abilità nella conservazione delle riserve d’acqua, nella creazione di opportuni sistemi di irrigazione e di terrazzamenti. Fondamentale quindi è stato il supporto delle moderne tecnologie di droni e LiDAR L2.

Dunque nel caso specifico dei nuovi ritrovamenti sulla civiltà Maya nella foresta del Guatemala i droni e L2 hanno avuto un ruolo fondamentale. Sono proprio i sensori e le camere presenti su questi strumenti a fare la differenza riuscendo a penetrare nella fitta vegetazione della foresta. I metodi più classici di ricerca sicuramente non avrebbero potuto portare a simili risultati. Ecco quindi che i droni si rivelano essere degli strumenti ottimali per le ricerche archeologiche.

Grazie a questi velivoli si possono infatti esplorare anche aree particolarmente isolate e difficili da raggiungere. E’ poi possibile ottenere modellazioni 3D che riescono anche a far immaginare concretamente la struttura dei ritrovamenti ancor prima di realizzare gli scavi.

 

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