Cremlino sotto attacco di droni ucraini?
Due droni avrebbero attaccato il Cremlino la scorsa notte nell’intento di arrivare direttamente a colpire il presidente Putin.
Immediata l’accusa della Russia verso Kiev che, dal canto suo, respinge qualsiasi accusa. I media russi a conferma di quanto accaduto hanno pubblicato dei video nei quali si vede un drone commerciale nei pressi della cupola del famoso edificio e anche una nuvola di fumo conseguente ad un’esplosione.
Alcuni residenti della zona hanno confermato di aver sentito delle esplosioni e aver visto uomini con torce aggirarsi nella zona. L’attentato non avrebbe comunque prodotto danni ingenti alla struttura. Putin poi si trovava nella sua residenza di Novo Ogarevo fuori città, quindi nessun pericolo per lui.
Il caso dell’attacco al Cremlino riporta ancora una volta l’attenzione sull’impiego dei droni nel conflitto in Ucraina. Ve ne abbiamo parlato in altri articoli, leggete anche “Droni che hanno attaccato la flotta russa nel Mar Nero”.
Erano ucraini i droni sul Cremlino?
Le dichiarazioni russe sull’attacco al Cremlino destano comunque non poche perplessità. Prima di tutto in molti sottolineano come uno dei due droni ripreso sia un modello iraniano Hesa Shahed 136 in forza alle milizie russe. Nel video poi si vede come il drone rimanga in volo rettilineo orizzontale fino ad esplodere proprio sopra la cupola, non si sa se autonomamente o se abbattuto per motivi di difesa. Leggete “Città russe colpite da droni”.
Certamente, comunque, un’azione del genere non avrebbe avuto l’impatto sufficiente a raggiungere l’ipotetico bersaglio dello studio del presidente Putin. Stessa cosa per l’altro drone, una tipologia commerciale che avrebbe potuto trasportare comunque un quantitativo insufficiente di esplosivo.
Aumenta invece il fronte di coloro che ritengono quanto accaduto al Cremlino una mossa di propaganda dello stesso Putin. Infatti, a pochi giorni dalla parata prevista in occasione della Giornata della Vittoria il prossimo 9 Maggio, i consensi verso il presidente russo cominciano a vacillare.
La dichiarazione di una risposta forte e dura da parte della Russia potrebbe dimostrarne il valore e cercare di ottenere nuovo consenso soprattutto tra i giovani che sono stati chiamati alle armi.
Nel frattempo Kiev ha subito smentito il suo coinvolgimento nel presunto attacco al Cremlino, sottolineando che le sue attività belliche sono di natura difensiva. Un fatto del genere avrebbe poi in un certo senso giustificato un’ulteriore reazione russa sul territorio ucraino, causando altri morti e devastazione.
Tra le ipotesi più plausibili figura anche quella che i droni siano stati indirizzati da una zona molto vicina al palazzo, probabilmente da partigiani russi che contestano l’operato di Putin. Comunque sia la situazione si fa sempre più tesa, nonostante siano ormai passati quasi 15 mesi dell’invasione della Russa in Ucraina.