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Allevamenti intensivi: nuovo progetto con droni

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L’Università di Modena ha presentato un progetto di utilizzo dei droni per il controllo degli animali cresciuti in allevamenti intensivi. Si tratta del progetto “COWBOT: preCision livestOck farming With collaBorative heterOgeneous roboT teams”.

Oltre all’utilizzo dei droni è previsto anche l’impiego di robot quadrupedi. L’idea è nata all’interno del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria di Reggio Emilia e ha ricevuto un importante finanziamento di 540.000 euro per 36 mesi da parte del Ministero per l’Università e la Ricerca, all’interno del programma PRIN 2020.

Obiettivo del progetto è quindi quello di monitorare lo stato di salute degli animali che crescono all’interno di allevamenti intensivi. I droni e i robot impiegati potranno infatti fornire dati chiave per l’analisi di questo fondamentale aspetto.

Droni per controllare gli allevamenti intensivi

Il progetto COWBOT mira quindi ad impiegare droni e robot per monitorare gli allevamenti intensivi. Questi ultimi sono sempre più spesso diffusi come sappiamo, spesso però a discapito della salute degli animali allevati.

I droni, uniti ad altri importanti strumento tecnologici come i robot quadrupedi, entrerebbero di fatto nella quotidianità delle operazioni svolte dagli allevatori. In questo modo sarà più semplice ed efficiente monitorare l’impatto di questo tipo di allevamento sulla salute degli animali. Nel caso in cui si riscontrassero situazioni problematiche, si potrebbero quindi rapidamente pianificare degli interventi risolutivi.

L’idea di sfruttare i droni per il controllo degli allevamenti intensivi sottolinea ancora una volta come questi strumenti possano essere utili al settore dell’allevamento in generale e agricolo. Ve ne abbiamo parlato in altri articoli riportando altre importanti applicazioni, leggete anche “Allevamento di suini: un aiuto dai droni”.

Sicuramente i risultati ottenuti da questo progetto al momento concentrato su alcuni allevamenti intensivi di bufale all’interno di un consorzio partner, potrebbero fare da apripista. L’efficienza di uno strumento di controllo come questo potrebbe infatti essere facilmente replicata in altri ambiti come attività di allevamento estensivo per esempio.

 

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