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Emissioni nocive delle navi: controlli con droni

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L’Unione Europea conferma l’utilizzo dei droni per controllare e monitorare le emissioni nocive prodotte delle navi. L’attività di controllo verificherà la diffusione di zolfo, elemento che contribuisce in maniera rilevante al problema del riscaldamento globale. Nell’ottica di questo progetto, l’Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA) e l’Agenzia federale marittima e idrografica tedesca collaboreranno nell’utilizzo di droni nel Mar Baltico.

Questi droni saranno in grado di raccogliere dati sulla diffusione di zolfo dalle navi di passaggio che verranno inviati alle autorità portuali.

Droni contro le emissioni nocive di zolfo

L’impiego dei droni per monitorare le emissioni nocive è sicuramente un’arma in più per la lotta all’inquinamento ambientale. Il progetto riguardante le navi che rilasciano zolfo avrà una durata di circa tre mesi. Si tratta della continuazione di quanto già sperimentato nello Stretto di Gibilterra, in luoghi lungo la costa atlantica e nelle acque baltiche al largo della Lituania.

I droni che si occupano del controllo delle emissioni nocive sono velivoli a decollo e atterraggio verticale. Si tratta dei modelli Schiebel CAMCOPTER S100 di proprietà dell’EMSA. Questi droni possono effettuare un paio di missioni al giorno con una durata di circa sei ore e una percorrenza di circa 95 chilometri. Per approfondimenti leggete “Inquinamento delle acque: controlli con droni Schiebel”.

Per poter rilevare la presenza di emissioni nocive di zolfo, sui droni sono presenti appositi sensori in grado di captare la presenza di questo gas. Questi sensori riescono a intercettare e misurare i pennacchi di scarico delle navi mentre sono in volo. Sono anche dotati di sensori speciali in grado di analizzare i valori batimetrici nelle acque più basse. Si tratta quindi di strumenti di precisione dalle molteplici funzioni che possono essere applicati per differenti scopi e misurazioni.

I dati raccolti dai droni in riferimento alle emissioni nocive vengono poi inviati in tempo reale alle capitanerie di porto. In questo modo le autorità possono intervenire tempestivamente con sanzioni o altre restrizioni per limitare la circolazione di navi che rilasciano zolfo e sostanze nocive per l’ambiente.

 

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