Il drone Ingenuity in volo su Marte
Finalmente nella giornata di ieri abbiamo potuto assistere al primo volo del drone Ingenuity su Marte dopo il rinvio di qualche giorno fa. Il volo, inizialmente previsto intorno all’8 aprile, era stato infatti rinviato dalla NASA per problemi tecnici.
Vi avevamo già raccontato l’avventura del drone elicottero della NASA sbarcato sul Pianeta Rosso custodito nel rover Perseverance, leggete “Drone elicottero della Nasa pronto al decollo”.
Ieri finalmente, dopo essere stato libero nei giorni scorsi dal rover, Ingenuity ha ricevuto il via libera per il suo primo volo su Marte. Nella notte gli ingegneri della NASA hanno quindi inviato al drone tutti i comandi e le informazioni per effettuare il volo e, dopo una procedura lunga circa tre ore, il mondo intero ha potuto vedere Ingenuity sollevarsi di circa 3 metri e rimanere quindi in volo per 40 secondi prima di atterrare come previsto sulle sue quattro gambe. Tutto esattamente come pianificato dagli ingegneri della NASA.
Questo volo del drone Ingenuity sul Pianeta Rosso è il primo test che dimostra la possibilità di realizzare voli controllati completamente su un pianeta diverso dalla Terra. Il volo è stato ripreso sia dalle telecamere presenti a bordo del drone sia dal rover che lo ha costudito, rimasto a circa 60 metri di distanza per questioni di sicurezza.
Il segnale è stato trasmesso da Ingenuity al rover Perseverance che a sua volta l’ha inviato alla sonda della missione Mars 2020 presente nell’orbita marziale che infine l’ha inviato alla Terra.
Le prime immagini arrivate sono in bianco e nero ma nei prossimi voli programmati dopo che le batterie del mezzo saranno completamente ricaricate, si prevede di riuscire ad ottenere immagini a colori.
Ovviamente tanta è stata la soddisfazione per l’importante traguardo raggiunto dai ricercatori della NASA che hanno dichiarato che nei prossimi giorni verranno appunto programmati altri voli con lo scopo di ottenere immagini che possano dare il maggior numero di informazioni possibili per gli studiosi.
L’obiettivo è capire quanto sia fattibile che in futuro i mezzi di esplorazione robotici volanti controllati dalla Terra possano unirsi ai rover e agli stessi astronauti per effettuare esplorazioni più accurate.