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Droni per archeologia: nuove scoperte ai Balzi Rossi

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Droni per archeologia: grazie a un progetto dell’Università di Genova affiorano nuove tracce cromatiche nel sito dei Balzi Rossi. Il progetto nasce dal laboratorio 3DLabFactory Dibris dell’Università di Genova che si è avvalso di droni ad alta tecnologia. L’area dei Balzi Rossi è stata per la prima volta oggetto di un rilievo topografico che ha permesso la realizzazione di una mappatura precisa della falesia. Grazie a questa attività è stato possibile documentare con precisione lo stato di conservazione delle pareti esterne e interne della cavità. Ciò ha permesso anche di ritrovare nuove tracce del passaggio di esseri umani del paleolitico.

I rilievi topografici con droni per l’archeologia sono particolarmente utili per questo settore, ve ne abbiamo già parlato in altri articoli, leggete anche “Droni e archeologia: nuovi metodi di ricerca” e “Droni in Archeologia: libro di Antonio Pecci”.

L’importanza dei droni per archeologia

L’esempio del progetto dei Balzi Rossi testimonia l’importanza dei droni per archeologia. I ricercatori, infatti, hanno ottenuto importanti informazioni grazie all’impiego di questi strumenti dotati di sensori e camere ad alta risoluzione. Il corso di laurea magistrale in Computer Engineering dell’Università di Genova ha così creato e gestito una banca dati ricca di informazioni.

Sono apparse così nuove tracce cromatiche e segni che si aggiungono alle incisioni già note risalenti al Paleolitico superiore. L’utilizzo di droni può essere quindi veramente importante, come sottolinea anche il responsabile del progetto dell’Università di Genova, Gianni Vecelli.

I ricercatori dell’università hanno poi realizzato modelli 3D a partire dalla nuvola di punti georeferenziata. Combinando poi i droni per archeologia alla realtà virtuale, è possibile utilizzare appositi visori per un’esperienza immersiva in questi luoghi che, altrimenti, sarebbero difficilmente raggiungibili. Sempre basandosi sui dati raccolti, è stata poi realizzata una sorta di ricostruzione di come l’area dei Balzi Rossi si presentava alla fine della glaciazione di Würm.

Insomma i droni per archeologia possono davvero aprire un mondo nuovo per i ricercatori, rendendosi utili in più fasi della ricerca e dell’elaborazione dei dati.

 

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