Droni per la ricerca e il soccorsoEsteri News 

Droni per la ricerca e il soccorso sempre più importanti

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Droni per la ricerca e il soccorso sempre più importanti, così un recente rapporto pubblicato da Dji, il colosso cinese produttore di droni, European Emergency Number Association (EENA) e Black Channel.

Se ne parla da diverso tempo, anche molte volte sulle pagine di Drone Blog News, le squadre di ricerca e soccorso hanno trovato vittime più velocemente quando hanno utilizzato droni. I cosiddetti Aeromobili a Pilotaggio Remoto offrono un potenziale enorme e ad oggi indiscutibile.

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Lo studio che conferma i droni quali importanti strumenti per la ricerca ed il soccorso è stato rilasciato al Summit Drones & Public Safety di EENA a Bruxelles (Riguardo il summit, ne abbiamo discusso anche qui: “Droni per sicurezza e pubbliche emergenze”) ed è disponibile per il download a questo link.

“Il potenziale per i droni di salvare vite è chiaro: almeno 160 persone sono state salvate dai droni di tutto il mondo – ma la scienza su come utilizzare al meglio i droni per la sicurezza pubblica è ancora agli inizi”, ha detto il coautore dello studio Romeo Durscher , DJI Director of Public Safety Integration. “A differenza della SAR a terra, che ha perfezionato i suoi metodi per decenni, non esiste un playbook per il drone SAR. Siamo entusiasti di essere tra i primi gruppi di ricercatori a iniziare a scrivere quel quaderno, perché il nostro lavoro può aiutare a salvare più vite”.

Droni per la ricerca e il soccorso: lo studio

Lo studio ha messo a paragone due differenti metodi di ricerca (svolti in Irlanda e Galles): trenta gruppi di ricercatori hanno utilizzato droni con videocamere standard, mentre altri venti gruppi hanno cercato a piedi, utilizzando protocolli tradizionali. Diciassette gruppi di ricerca a terra hanno trovato le loro vittime, rispetto i ventitre gruppi con i droni.

Questo risultato indica la maggior efficacia nell’utilizzare i droni in ambito di ricerca ed emergenza, altresì però non sono abbastanza avanzati per massimizzare i benefici della tecnologia offerta, anche se i gruppi che hanno utilizzato i droni hanno trovato le loro vittime più velocemente. In media tre minuti più rapidamente rispetto i metodi tradizionali.

“I ricercatori dello studio hanno detto che trovare una vittima con un drone è stato più difficile di quanto si aspettassero, il che dimostra perché è vitale sviluppare i migliori standard su come utilizzare i droni”, ha detto Alfonso Zamarro, EENA Drones Activity Manager. “Quali modelli di droni dovrebbero volare? Quale altitudine offre le migliori performance di ricerca? Quali sensori sono i migliori per individuare le persone scomparse? Rispondere a queste domande non sarà facile, ma avrà un forte impatto”, continua Zamarro.

“Quattro anni fa, la tecnologia dei droni era ancora così primitiva da mostrare scarso valore nei primi studi. Oggi, anche i droni disponibili in commercio sono abbastanza potenti da aiutare i ricercatori a trovare le vittime più velocemente delle tradizionali strategie di ricerca”, ha dichiarato Gloria Crispino, CEO di Black Channel. “Abbiamo bisogno di studiare in modo rigoroso come le agenzie di sicurezza pubblica possano implementare al meglio i loro droni in collaborazione con il personale di terra, e come garantire che comunichino le loro scoperte per aiutare ogni ricerca a una conclusione rapida, sicura e di successo”.

Questo studio giunge due anni dopo che DJI, EENA e Black Channel hanno collaborato attivamente con molte simulazioni in Irlanda e sulla catena delle Dolomiti qui in Italia.

Crediamo che i prossimi anni serviranno proprio a migliorare la tecnologia inerente i droni per la ricerca e il soccorso, anche con una formazione più specifica di tutti gli operatori e volontari della Protezione Civile e di tutti quegli organi deputati alla ricerca di dispersi in contesti emergenziali.

 

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