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Droni per la ricerca marina in aiuto al dugongo

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L’utilizzo dei droni per la ricerca marina sta semplificando le attività di monitoraggio di alcune specie a rischio come il dugongo. Per gli scienziati marini raggiungere le zone remote in cui vive solitamente questo mammifero marino è particolarmente difficile, ma l’impiego dei  droni può superare questo ostacolo.

Già un paio di anni fa un team internazionale di ricercatori ha iniziato a sperimentare l’impiego dei droni nelle acque remote del Pilbara nell’Australia occidentale inserendoli all’interno di piccole griglie per registrare e classificare gli avvistamenti di dugonghi.

Il dottor Christophe Cleguer dell’Harry Butler Institute della Murdoch University che ha partecipato al progetto ha spiegato: “Invece di utilizzare un percorso di volo orizzontale costituito da lunghe linee parallele su e giù per l’intera area di rilevamento, abbiamo testato un sistema basato su griglia in cui è possibile rilevare una o più celle della griglia alla volta utilizzando droni più piccoli. La tecnica richiedeva un movimento minimo poiché era sufficiente ancorare la barca all’intersezione della griglia, mantenendo il drone nella linea visiva visiva dalla barca”.

Grazie a questo sistema a griglia gli scienziati hanno potuto ottenere rilievi estremamente accurati delle aree interessate e hanno potuto anche effettuare dei riesami più volte grazie anche al costo limitato sostenuto per questi droni rispetto ad altri sistemi di rilievo più classici. In questo modo il team ha potuto verificare come la distribuzione e l’abbondanza di una specie marina possa cambiare nel tempo indipendentemente dall’ora del giorno, dalla marea o dalla stagione.

In media, durante ogni viaggio di ricerca di tre settimane sono stati effettuati 90 voli di droni per la ricerca marina che hanno rilevato la fauna selvatica aerea. Si sono così ottenute circa 25.000 immagini dettagliate e nitide. L’esperimento ha visto un totale di 240 voli, con conseguente avvistamento di ben 149 dugonghi.

Grazie poi all’utilizzo combinato anche di tag GPS e accelerometrici sui dugonghi è stato possibile tracciare e comprendere i loro movimenti di notte. Cleguer ha dichiarato che: “Siamo stati in grado di utilizzare i dati delle immagini aeree per correggere il rilevamento imperfetto di precedenti avvistamenti di animali nell’area per sviluppare modelli spazialmente espliciti della distribuzione dei dugonghi al largo del Pilbara. Si tratta di un importante passo avanti nella modellazione spaziale della distribuzione della densità animale. Questi progressi sono uno sviluppo entusiasmante per i gestori della fauna selvatica che così spesso si affidano a risultati spazialmente espliciti per supportare azioni di gestione efficaci”.

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