Piaggio Aerospace venduta ai turchi dei droni baykar
Piaggio Aerospace ha un nuovo proprietario: il gruppo turco Baykar, leader mondiale nella tecnologia dei droni, nei sistemi integrati e nell’intelligenza artificiale. Questo colosso è considerato un punto di riferimento globale nel settore degli aeromobili senza pilota.
Dal 2018, Piaggio Aerospace si trovava in amministrazione straordinaria, dopo anni difficili sotto il controllo del fondo emiratino Mubadala, a cui era stata venduta nel 2014 sotto la forte spinta dell’allora premier Matteo Renzi. Negli ultimi tempi, l’azienda si era concentrata principalmente sulla produzione del P.180 Avanti, un velivolo di lusso con una capacità di trasporto tra 6 e 9 passeggeri, costruito nello stabilimento di Villanova d’Albenga, in Liguria.
Una partnership strategica tra Baykar e Piaggio Aerospace
L’acquisizione di Piaggio Aerospace da parte di Baykar rappresenta una mossa di espansione per l’azienda turca, fondata nel 1984 da Özdemir Bayraktar e oggi guidata dai suoi figli Selçuk (responsabile della tecnologia) e Haluk (direttore generale), dopo la scomparsa del fondatore nel 2021.
I droni Bayraktar TB1 e TB2 (Leggete anche “Baykar dona tre droni militari TB2 in Ucraina”), che portano il loro nome, si sono distinti per il ruolo cruciale giocato nei conflitti del Nagorno-Karabakh nel 2020 e, più recentemente, nella guerra tra Russia e Ucraina. Per Piaggio, questa operazione potrebbe rappresentare una rinascita, riportando in auge un marchio con quasi un secolo di storia, famoso per la produzione di aerei militari, come il P.108, unico bombardiere strategico della Regia Aeronautica, operativo dal 1941.
Questa collaborazione tra Italia e Turchia mira a creare una partnership nel settore dei droni e delle tecnologie aeronautiche avanzate, offrendo a Baykar l’accesso a competenze tecnologiche e produttive occidentali. Allo stesso tempo, potrebbe rilanciare Piaggio Aerospace, sfruttando la crescente domanda globale nel settore della difes
. Il progetto sembra essere stato sostenuto dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), che ha svolto un ruolo chiave nella mediazione dell’accordo.
Una prospettiva strategica per l’Italia
Per Roma, questa operazione potrebbe rappresentare un’opportunità per rafforzare la propria flotta di droni. Il recente Documento Programmatico Pluriennale (DPP) del Ministero della Difesa, che stabilisce i piani di acquisto di armamenti per i prossimi anni, ha mostrato una forte attenzione alla componente aerea tradizionale e navale, trascurando però i droni FPV (First Person View), rivelatisi decisivi nel conflitto in Ucraina.
Sebbene questi strumenti economici ed efficienti abbiano avuto un impatto significativo, le forze armate italiane continuano a privilegiare i droni di classe MALE (Medium Altitude Long Endurance), più grandi e costosi, che rischiano di essere superati nei futuri scenari di guerra ad alta intensità. Leggete “Drone MALE europeo: testato il P1HH”.
La sfida di collaborare con la Turchia
Se la vendita di Piaggio Aerospace dell’epoca Renzi fu percepita come affrettata e poco strategica, oggi Baykar si presenta come un leader internazionale alla ricerca di una solida catena del valore. L’alleanza con un’azienda di un Paese appartenente all’Alleanza Atlantica rafforza la credibilità del gruppo turco nel mercato globale della difesa.
Questa operazione evidenzia anche le ambizioni della Turchia, che sta consolidando la propria presenza militare e industriale in vari scenari internazionali. Per l’Italia, la collaborazione con la Turchia si conferma una necessità strategica, soprattutto nel settore della difesa, dove esistono spazi di cooperazione e convergenza nonostante la complessità della relazione bilaterale.