Sistema nervoso in fibra ottica nel futuro dei droniEsteri News 

Sistema nervoso in fibra ottica nel futuro dei droni

Tempo di lettura: 2 minuti

Un progetto universitario mira a ricreare una sorta di sistema nervoso come quello umano all’interno dei droni. Il team che lo sta studiando fa parte dell’Università di Southampton e progetta di realizzarlo utilizzando la fibra ottica. Grazie a questo sistema si potrebbe tenere in costante controllo lo stato strutturale del drone.

I “nervi” verrebbero realizzati appunto utilizzando le fibre ottiche e segnali luminosi potrebbero indicare in tempo reale eventuali problematiche del drone in volo. Ciò eviterebbe le possibile problematiche di interferenza radio che a volte capitano in droni avanzati.

Ad oggi questo tipo di controllo deve avvenire attraverso interruzioni del volo prestabilite per consentire gli opportuni controlli di sicurezza. Il tutto con conseguente aumento dei costi e delle tempistiche per la conclusione della missione.

Il sistema nervoso che controlla i droni avanzati potrebbe essere quindi un ottimo supporto per le attività più lunghe e laboriose. Vi abbiamo raccontato di numerosi progetti di utilizzo di droni nel settore della logistica, per esempio, che includono voli piuttosto lunghi, leggete anche “Logistica interna: in arrivo un nuovo drone”.

Il sistema nervoso che controlla il drone

Un po’ come il nostro sistema nervoso, il progetto universitario prevede una struttura che possa controllare lo stato di salute del drone in tempo reale. In questo modo sarebbe possibile ottenere un monitoraggio continuo durante le fasi di volo riducendo quindi il lavoro di operatori a terra.

Questa tecnologia, chiamata tecnicamente “speckle”, crea specifici pattern luminosi che variano a seconda delle sollecitazioni e degli sforzi rilevati a livello dei “nervi” del drone. L’intelligenza artificiale andrà quindi ad interpretare i pattern per valutare le condizioni del drone. Il team a terra potrà quindi individuare eventuali problemi senza dover obbligatoriamente far atterrare il drone. I primi test hanno avuto luogo su un velivolo concepito per il trasporto di defibrillatori.

Dunque il sistema nervoso per droni ideato dal team dell’Università di Southampton potrebbe essere decisamente valido nei voli più lunghi. Sarebbe dunque ideale nei casi di consegne a lungo raggio, attività di soccorso, oppure monitoraggio ed ispezioni.

Il fatto quindi di poter monitorare continuamente lo stato di salute del drone durante il volo porta a realizzare con sicurezza e facilità missioni più lunghe con diversi obiettivi. Il tutto sarebbe l’ideale per poter utilizzare i droni nel campo della logistica e dei trasporti a lungo raggio. Settore in forte espansione che raccoglie un numero sempre crescente di aziende interessate ad investire nei droni come strumenti innovativi.

 

Leggi anche queste notizie