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Mar Ligure: drone alla ricerca di cetacei

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Terminata con successo la fase sperimentale sull’utilizzo di un drone per monitorare la presenza di cetacei nel mar Ligure. Si tratta di un progetto voluto dalla Guardia Costiera e da Tethys.

Quest’ultimo è un importante istituto di ricerca non profit che dal 1986 monitora il mar Ligure. In totale si è trattato di ben 54 missioni, 33 ore di volo e 33.566 chilometri percorsi in circa otto mesi. Visto l’esito decisamente positivo sullo studio della fattibilità dell’impiego dei droni per il controllo dei cetacei, il passo successivo sarà quello di effettuare un monitoraggio effettivo.

La direttrice del progetto Sabina Airoldi ha sottolineato gli aspetti positivi dell’impiego dei droni in un ambiente così particolare come quello marino. Questi velivoli, infatti, hanno un impatto veramente irrisorio sulla fauna marina. Riescono quindi a realizzare attività di controllo e monitoraggio nel pieno rispetto dell’ambiente.

Come per il progetto del mar Ligure, vi abbiamo raccontato di altri casi nei quali i droni vengono utilizzati come strumenti di studio per seguire abitudini e comportamenti di particolari animali. Leggete anche “Droni sottomarini per monitorare la posidonia in Liguria”.

Droni per monitorare i cetacei del mar Ligure

Secondo la direttrice del progetto di ricerca dei cetacei nel mar Ligure, i droni possono essere uno strumento realmente efficiente. Una volta individuata la presenza dell’animale, il drone potrà restare in volo il tempo necessario per seguirne i comportamenti e gli spostamenti.

Grazie ai sensori e alle camere di cui è dotato il velivolo, sarà possibile seguire l’animale anche da una distanza notevole. Si potrà quindi limitare ancora di più il possibile impatto del rumore sugli animali. Sicuramente il drone in volo diventa quindi molto meno invasivo che non la presenza di una barca. Nel caso specifico raccontato dalla direttrice del progetto, dopo un avvistamento nell’ottobre del 2022 di un gruppo di capodogli, il drone è riuscito a seguirne gli spostamenti per diverso tempo.

Il percorso del drone nell’ambito di questo progetto nel mar Ligure è stato decisamente preciso: partenza dalla base di Sarzana della Guardia Costiera fino al largo di Imperia nel santuario Pelagos. Grazie alla sua autonomia in volo di oltre 10 ore, il drone messo a disposizione dall’Emsa (Agenzia europea per la sicurezza marittima) può realizzare monitoraggi precisi, efficienti e prolungati nel tempo. Per approfondimenti: “Droni di sorveglianza dell’Emsa in Spagna”.

Tra l’altro lo stesso drone potrà essere impiegato anche per altre attività oltre che per fini scientifici e di studio. Questo drone sarà infatti ottimale per attività di soccorso e intervento in caso di emergenze. Un aiuto fondamentale che queste nuove tecnologie sono in grado di offrire sia per scopi di ricerca che per attività di intervento.

 

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